AMEN DUNES
Ingresso riservato ai soci HOVOC
La nuova stagione del Covo Club si apre con la fondamentale band newyorchese: riferimenti sonori brit, ricerca urban poetry tipicamente statunitense… AMEN DUNES!
Presentano “Freedom”, probabilmente uno dei migliori dischi del 2018.Damon McMahon aka Amen Dunes è cambiato disco dopo disco e “Freedom” è un vero e proprio salto nel vuoto.
Il primo LP, “D.I.A.”, è un contorto classico underground, registrato e suonato completamente da McMahon in un mese in un trailer nello stato di New York. Un disco pubblicato tale e quale alla prima registrazione. Il quarto LP “Love”, il più recente, un album prodotto e suonato dai Godspeed! You Black Emperor assieme a una crew variegata di musicisti altrettanto importanti, include invece canzoni ben lontane dal “damaged drug pop” delle origini di Amen Dunes.Per creare “Love” ci sono voluti due anni; per “Freedom” ben tre. La prima versione del disco è stata registrata nel 2016 in seguito a un anno di stesura tra Lisbona e New York, per poi essere completamente scartata. Incerto sul da farsi, McMahon si è avvalso di un potente gruppo di collaboratori e vecchi amici ed è ripartito da zero. Oltre ai membri principali della band, tra cui Parker Kindred (Antony & The Johnsons, Jeff Buckley) alla batteria, si è aggiunto Chris Coady (Beach House) come produttore e Delicate Steve alle chitarre.“Freedom” è il primo disco di Amen Dunes che recupera le influenze elettroniche della gioventù di McMahon con l’aiuto del celebre musicista underground romano Panoram.
Superficialmente, “Freedom” potrebbe essere una riflessione sul significato del verbo crescere; gli amici di infanzia finiti in prigione, l’identità maschile, il padre e la madre (a cui è stato diagnosticato un cancro terminale all’inizio delle registrazioni).
I personaggi che popolano il mondo musicale del disco sono un variegato mix di realtà e fantasia: padre e madre, Amen Dunes, giovani tossici e spacciatori parigini, fantasmi sulle pianure, eroi del surf scomparsi, vampiri, delinquenti napoletani o di Houston, l’Imperatore di Roma, ebrei, Gesù Cristo, Perseo e… lo stesso McMahon. Ogni ritratto è un raffigurazione di McMahon, della sua identità, del suo passato.
Le tematiche di “Freedom” sono più oscure rispetto ai precedenti lavori di Amen Dunes, ma è un buio sublimato attraverso il sound. La musica, in risposta o come soluzione a questo buio, è dura e gioiosa, ritmica e ballabile. La combinazione di una sezione ritmica powerhouse con la chitarra di Delicate Steve si associa alla “sostanza” di Amen Dunes e alla produzione elettronica di Panoram in sottofondo. Il risultato? Un disco speciale e unico dalle strade di New York City.
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