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1917 – 2017 I SOVIET + L’ELETTRICITA’

finger 13/11/2017
finger 21:00
finger Teatro Il Celebrazioni, Via Saragozza, 234, 40135 Bologna
finger € 25

1917 – 2017 I SOVIET + L’ELETTRICITA’

1917 – 2017 I SOVIET + L’ELETTRICITA’
Cento anni di rivoluzione russa
Un secolo di CCCP

Un comizio musicale di Massimo Zamboni, con la partecipazione di Angela Baraldi, Max Collini, Fatur, Simone Filippi, Simone Beneventi, Cristiano Roversi, Erik Montanari

Pankow Leningrad Togliattigrad, la Cortina di Ferro, il Muro, e poi ancora la Jugoslavia, la Cecoslovacchia… Nomi astratti, remoti come ricordi di scuola, come le estinte Cartagine o Babilonia. Il Patto di Varsavia, la DDR, l’Unione delle Repubbl iche Socialiste Sovietiche, interi continenti inabissati nella voragine, come Atlantide. Cosa è rimasto nell’immaginario collettivo di quei mondi? Di quell’idea che ha fatto della liberazione dell’uomo dall’uomo uno dei suoi credo fondanti? I Soviet + l’el ettricità non hanno fatto il comunismo, questo l’abbiamo dovuto apprendere. Franata la velleità socialista che la rivoluzione potesse essere una locomotiva proiettata a folle velocità nel binario del progresso, l’uomo si è riscoperto come creatura compless a, fatta di spirito, bisogni, natura, modellato da secoli di storia e da retaggi millenari.

CONCEPT

I SOVIET + L’ELETTRICITA’ è uno spettacolo ideato e diretto da Massimo Zamboni dedicato al centenario della rivoluzione bolscevica del novembre 1917. Un comizio musicale che attingendo al linguaggio, alle parole d’ordine e ai simboli del socialismo reale, evoca il mito infranto della rivoluzione: della rivolta degli oppressi, del potere agli operai e ai contadini, della società senza classi e senza sfrutt amento dell’uomo sull’uomo.

Quel mutamento epocale che riuscì a creare un immaginario collettivo per gli oppressi di tutto il mondo; il grande sogno che fece credere alla possibilità dell’uomo nuovo. Nel secolo odierno quelle passioni accese dalla rivoluz ione d’Ottobre sono incagliate nei libri di storia, e forse l’unico modo sensato di riparlare oggi di CCCP, di ricordare la presa del Palazzo d’Inverno, è tornare a dar vita alle parole di allora, scontrandole con quelle dell’oggi, elaborandole in un testo drammaturgico moderno che non teme l’enfasi, l’utopia, ma nemmeno la disperazione.

LO SPETTACOLO

Sul palco dominano gli elementi classici dell’iconografia sovietica: il podio e le tribune d’onore. Strutture per c erimonie politiche, solenni e oppressive allo stesso tempo, dove i cantanti diventano oratori, i musicisti membri di un Partito, il gruppo musicale Apparato. Alle proiezioni filmate il compito di segnalare il momento storico e le sue possibili interpretazi oni, al performer il ruolo di assumere i contrasti su di sé, lasciandoli esplodere. La struttura musicale, tratta in massima parte dal repertorio di CCCP – Fedeli alla Linea, cavalca la linea larghissima che congiunge la celebrazione allo sgomento, la scenog rafia ufficiale alla fragilità del singolo.

Canzoni che scivolano le une nelle altre mescolandosi alla parola recitata, agli slogan, alle sonorizzazioni, alle performance, alle proiezioni. Nessun concerto rock ma una azione teatrale – musicale per una dramma turgia complessa e articolata, costituita in pieni e vuoti. Sarà tutto il ‘900 a trascorrere sul palco, attraverso la rievocazione, l’alternanza dei momenti più dolorosi (lo stalinismo, le dittature, la guerra in Afghanistan, nei Balcani) e più alti e sole nni, a costituire una celebrazione dedicata all’ambizione che anima le vite degli uomini: quella di sentirsi uguali e padroni del proprio destino.

Le date
7 novembre Napoli, Teatro Augusteo
12 novembre Firenze, Teatro Verdi
13 novembre Bologna, Teatro Il Celebrazioni

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